Italia e non solo. Il fenomeno Master
che sembra aver investito la penisola
negli ultimi anni non è altro che una
piccola parte di un trend che sta
prendendo piede ormai in tutto il
pianeta. Dall’America all’Australia
passando per l’Europa, vero fulcro di
tutto il movimento, fino all’Estremo
Oriente, con il Giappone in prima fila,
l’attività Master sembra essere l’ultima
frontiera del nuoto, una moda o uno
stile di vita, a seconda delle
situazioni, destinato in ogni caso a
consolidarsi nel tempo. Il Mondiale di
Riccione 2012, un’edizione da record nel
numero dei partecipanti e, soprattutto,
nel numero delle nazioni che hanno preso
parte all’evento, ha rappresentato per
molti aspetti una cartina di tornasole
di questo movimento. Radiografa, però,
non totalmente veritiera, visto che,
come è facile immaginare, le percentuali
dei paesi di provenienza dei
partecipanti alle gare erano
inevitabilmente influenzate dalla
distanza rispetto a Riccione. Per dirla
con un esempio pratico, gli italiani
agli ultimi Mondiali erano quasi 5000,
un terzo circa dei partecipanti totali,
ma ciò non significa, di conseguenza,
che il numero dei Master italiani sia un
terzo della cifra planetaria. A parlare
della diffusione del fenomeno Master in
giro per il mondo, delle prospettive
future di crescita di questa attività e
delle strategie attuate per renderla
ancora più praticata e popolare è il
finlandese Kurt Mikkola, segretario
onorario della Commissione Master della
Fina, la Federazione Internazionale
degli Sport Acquatici, membro della
commissione Master della LEN, la Lega
Europea, ex nazionale sia di nuoto in
vasca che di pallanuoto. Presente al
faraonico evento romagnolo, Mikkola ha
definito Riccione 2012 «una
manifestazione di proporzioni
inimmaginabili».
«Per quello che riguarda i Mondiali
Master era la mia seconda partecipazione
come dirigente Fina, ma devo dire che
sono rimasto sorpreso della grande
affluenza. L’organizzazione di questo
evento in Italia si è dimostrata essere
una scelta decisamente azzeccata visto
che le strutture erano adatte e che
l’alto numero di nuotatori Master in
Italia ha fatto in modo che praticamente
tutte le gare contassero un numero
altissimo di partecipanti. La
provenienza degli atleti, per quanto
fosse influenzata dalla logistica
dell’evento, ha reso bene l’idea di
quelle che sono le zone di maggior
sviluppo di questo fenomeno. In primis
ci sono l’Europa e gli Stati Uniti,
seguiti a poca distanza da Australia,
Nuova Zelanda e Giappone. Inoltre c’è da
notare l’alto numero di nuotatori
brasiliani che negli ultimi anni si sono
avvicinati a questa attività, motivati
forse dal fatto che nel 2016 il Brasile
ospiterà i Giochi Olimpici», analizza
Mikkola.
Nonostante i numeri da record
dell’evento - vale la pena ricordare
ancora una volta i 12.000 partecipanti
nelle cinque diverse discipline, il più
alto numero di atleti mai riscontrato in
un evento Master di qualsiasi sport -
l’obiettivo della Commissione Master
della Fina è quello di incrementare
ulteriormente la crescita del movimento,
soprattutto in quelle aree in cui
ancora, per la carenza delle strutture o
semplicemente per la mancanza di una
certa tradizione, il fenomeno stenta a
decollare. «Al di fuori del Giappone, la
maggior parte dell’Asia stenta ancora ad
avvicinarsi al nuoto, in particolare a
quello Master, per non parlare
dell’Africa, che ovviamente risente
della mancanza di strutture adeguate.
Dall’altra parte, per dare esempi di
diverso tipo, abbiamo la Norvegia e la
Danimarca, dove le piscine ci sarebbero,
ma dove si fatica a creare grandi realtà
agli atleti Master di poter partecipare
come spettatori ai Mondiali assoluti».
Mikkola, che nella sua carriera ha
rappresentato la Finlandia sia come
membro della nazionale di nuoto che
successivamente nella pallanuoto, ha poi
spiegato il motivo per cui il nuoto di
vasca nei Master risulta ancora più
preponderante rispetto alle altre
discipline acquatiche. «Per noi tutte le
cinque discipline riunite sotto l’egida
della Fina - nuoto, nuoto in acque
libere, pallanuoto, tuffi e nuoto
sincronizzato - hanno lo stesso valore,
ma ciò non toglie che il nuoto è lo
sport più praticato al mondo e non
richiede grandi costi. I tuffi e il
nuoto sincronizzato sono discipline
caratterizzate da una notevole
difficoltà tecnica, motivo per cui è
doppiamente difficile impararli da
adulti, mentre la pallanuoto richiede un
numero minimo di quattordici
partecipanti e non sempre è facile
trovarli.
L’open water è in un certo senso un
discorso a parte perché si trattava di
una disciplina di nicchia fino a pochi
anni fa, ma che adesso sta diventando
sempre più praticato».
Il nuoto preponderante, dunque, rispetto
a tutti gli altri perché più semplice da
iniziare in età adulta, ma quanti sono
gli atleti Master che iniziano la
carriera sportiva in piscina senza un
passato da agonisti? Secondo Mikkola la
grande maggioranza. «Gli ex agonisti che
gareggiano nel circuito Master, specie
se sono stati campioni a livello
internazionale, fanno, per così dire, un
gran rumore perché sono conosciuti da
tutti, ma questi atleti non
rappresentano che la punta dell’iceberg
di un movimento formato principalmente
da coloro che praticano lo sport a
livello amatoriale». |