Successivamente ha continuato ad
allenarsi e a gareggiare, sempre da
agonista affrontando tutte le più
importanti gare del circuito open water
italiano con notevoli risultati. Quest’anno
ha deciso di provare a mettersi in gioco
nel nuoto master. Per quanto riguarda la
società per cui gareggerà è lei stessa a
dire: «Sono rimasta alla mia squadra
storica per la quale sono tesserata da
25 anni e alla quale sono legata
affettivamente: la Fiorentina Nuoto.
Questa stagione festeggiamo le nozze
d'argento...».
Per ora non sa ancora quando esordirà:
«Può anche darsi che continui a fare
solo gare in mare e in tal caso fino a
maggio non gareggerò. Forse un 1500 in
vasca lunga nell'anno nuovo, vedremo. Al
momento mi sto curando il mal alla
spalla e mi sposto come una profuga da
una piscina all'altra perché Bellariva,
dove mi alleno normalmente, è chiusa per
lavori. Quando le cose torneranno a
posto deciderò se esordire in vasca o
aspettare il mio amato mare». In ogni
caso, un augurio affinché questa sua
scelta la soddisfi pienamente e le dia
nuovi stimoli in allenamento e in gara.
Prima di tutto, come mai questa scelta
di entrare a far parte del mondo master?
«Anni fa pensavo che un giorno avrei
smesso con le gare ma adesso, pur
nuotando soprattutto per il piacere di
nuotare, sento che mi mancherebbe
l'adrenalina.
Ho rimandato a lungo questo passaggio,
restando finora agonista, ma a 37 anni
direi che è giunto il momento».
Si tratta di una scelta incentrata solo
su questa stagione o pensa di continuare
nei master anche nelle prossime?
«Ormai ho un'età, adesso che ho fatto
questa scelta non credo di tornare
indietro».
In questa stagione quali sono i suoi
obiettivi?
«I miei obiettivi master non sono molto
diversi da quelli che avevo da agonista:
fare una bella stagione in acque libere,
soprattutto nel mezzofondo, scegliendo
le gare che più mi piacciono e mi
divertono».
Oltre alle gare lunghe ha intenzione di
cimentarsi in altre distanze ed altri
stili?
«Assolutamente no, in vasca potrei fare
un 1500 o al massimo un 800, degli altri
stili non parliamo nemmeno. Non sono
molto eclettica».
Come si è invece avvicinata alle gare
open water?
«Da ragazzina ero una mezzofondista
media, da tempi per gli Italiani di
categoria, senza infamia e senza lode
insomma. Amavo già allora il mare, in
più in quegli anni a Firenze si allenava
una gloria del nuoto di fondo: Sergio
Chiarandini. Lui divenne il mio mito e
dopo la maturità decisi di provare.
Esordii vincendo la 5 km di Baratti nel
1994, edizione alla quale parteciparono
anche la nazionale svizzera e alcune
atlete della Nazionale italiana. Avevo
trovato la mia strada».
Quali sono le differenze tra una gara in
acque libere ed una in vasca,
soprattutto a livello di sensazioni?
«E' un altro mondo: l'acqua salata dà
una sensazione di maggior
galleggiamento. Se il mare è grosso, è
ovviamente più faticoso ma sempre
bellissimo. A questo si aggiungono le
boe da girare, il contatto fisico spesso
duro soprattutto alla partenza. Io sono
di parte, lo so, ma il fascino delle
acque libere non è nemmeno paragonabile
alla piscina».
Quale è stata la più bella gara che
ricorda?
«Ho disputato diverse gare indossando la
maglia azzurra e quindi di per sé
emozionanti ma la gara che ricordo con
maggior piacere è un Campionato Italiano
di fondo a Policoro nel 2001. Ero in una
forma fisica spettacolare, mi sembrava
di volare. Feci tutta la gara nel gruppo
di testa degli uomini - con atleti di
tutto rispetto: Claudio Gargaro, Fabio
Fusi -, le altre donne non le vidi
nemmeno. Ho vinto altre gare, ma
sensazioni così non le ho mai più
avute». Si allena da sola, con gli
agonisti o con dei master?
«Un po' di uno e un po' dell'altro: mi
piace nuotare in compagnia, quindi, se
capita, mi unisco ai master che nuotano
nella mia piscina e poi, quando loro
escono - io faccio più chilometri della
media dei master -, proseguo gli
allenamenti con i giovani agonisti che
sono stati un bello stimolo per me in
questi ultimi anni. Anzi approfitto per
ringraziare Niccolò Beni, Gabriele
Landini e Claudio Fossi per l'aiuto che
mi hanno dato in queste stagioni e
naturalmente l'allenatore della
Fiorentina Nuoto Club, Fabrizio Verniani».
Non ha mai perso le motivazioni
nell’allenarsi in un modo così
intensivo?
«Mai. Io nuoto perché amo nuotare.
Quando vedo che in allenamento faccio de
buoni tempi e ho delle buone sensazioni
– in verità più le sensazioni dei tempi
-, sono felice. E' per questo che
nuoto».
Di solito com’è il suo approccio alle
gare? Soffre la tensione?
«Sì, prima delle gare sono piuttosto
tesa e di scarsa compagnia: non
chiacchiero molto e tendo a cercare la
concentrazione in solitaria».
Cosa alimenta, più di ogni altra cosa,
la sua passione per il nuoto?
«Come dicevo prima, il puro piacere di
nuotare e sentire che vado forte. E' una
droga: se non nuoto, l'acqua mi manca
proprio fisicamente». |