Da agonista ho trovato molto utile "Il
manuale del nuoto" di David Wilkie,
ranista scozzese che nel 1976 a Montreal
vinse l'oro olimpico nei 200 stabilendo
un record del mondo (2'15"11) che
resisterà per quasi sette anni. Il testo
è del 1987 ma ritengo che i consigli
pre-gara che ora sintetizzerò siano
tuttora validi. Il tapering, anche detto
affusolamento o più volgarmente scarico,
a mio avviso è la parte più delicata
della preparazione ad una gara
importante ed è così soggettivo che il
mio tecnico me lo fa autogestire.
D'altronde dopo una vita passata in
acqua chi meglio di me può conoscere il
sottoscritto? L'allenatore di una
squadra normalmente fa emergere le
necessità individuali dopo una serie di
prove ed errori. Personalmente ho fatto
un "riassunto" compresso dei giorni
precedenti le mie più importanti
prestazioni da agonista ma va da sè che
il mio periodo di tapering, essendo un
fondista, sarà diverso da quello di uno
sprinter che notoriamente necessità di
un riposo più lungo. E veniamo al
libro...
" Tapering
Il periodo nel quale un nuotatore
comincia a riposare e a far crescere la
forma in vista della gara è
importantissimo. Però un nuotatore che
riposa troppo spesso diventerà meno
efficiente; di conseguenza sarà
necessario limitare a uno o due picchi
all'anno gli impegni agonistici più
importanti. Durante il tapering il
nuotatore dovrà cercare di:
- Riposare di più allo scopo di
consentire al corpo di recuperare dopo
il duro lavoro.
- Nuotare di meno e dedicare meno tempo
all'allenamento.
- Dormire più a lungo.
- Sprintare di più allo scopo di far
crescere la forma.
- Lavorare sulle partenze e sulle
virate, in condizioni simili a quelle di
gara.
- Prepararsi mentalmente alla gara.
Come principio generale, tanto più corta
è una gara, tanto più lungo è il periodo
di taper di cui necessita. La mancanza
di taper comporta infatti una minore
velocità e la velocità è un qualcosa che
lo sprinter deve avere. Gli sprinter, in
definitiva, hanno bisogno di una grande
quantità di riposo. Gli allenatori
devono anche tener conto di quante gare
un nuotatore deve disputare durante una
manifestazione. Se un nuotatore deve
affrontare un gran numero di gare, il
suo affinamento sarà inferiore rispetto
a un nuotatore che debba esprimersi al
massimo livello in una sola gara. Le
richieste e i carichi di allenamento
devono anch'essi essere meno specifici
nel periodo di taper. Il lavoro con i
pesi deve essere ridotto e le nuotate
intere rimpiazzate con esercitazioni
frazionate o discendenti. Tutto questo
va completato con nuoto facile, gambe e
braccia su distanze uguali o maggiori di
200 e 400 metri, interspaziate con
lavori per far crescere la forma,
spingendo al massimo su 50 o 25 metri.
Il giorno della gara
Il giorno di una gara importante è uno
dei principali momenti della vita di un
nuotatore. Qui ho elencato alcune delle
cose che dovete o non dovete fare.
Fate in modo che:
- Il riposo e il sonno siano
sufficienti. Il sono migliore è quello
che precede la mezzanotte.
- Il cibo assunto contenga
principalmente carboidrati, con piccole
porzioni di proteine, e sia
assolutamente privo di grassi.
- Sia stato eseguito un facile
allungamento con qualche leggero lavoro
di flessibilità un paio d'ore prima
della gara.
- Venga realizzato un buon riscaldamento
di non più di venti minuti dalla gara.
- Che ci si copra bene dopo il
riscaldamento (tuta, scarpe,
accappatoio) mantenendo realmente caldo
il corpo.
- Si tenga d'occhio il programma, in
modo da sapere quando si sarà chiamati.
- Altre occasioni o episodi agonistici
non distraggano.
- Il nuotatore si concentri sulla gara
solo quando è seduto sulla sedia in
testa alla piscina, durante la gara
precedente la sua.
E' importante che il nuotatore "nuoti"
allora la gara nella sua mente per
produrre adrenalina al momento giusto.
Pensare alla gara un'ora e mezzo prima
genererà adrenalina troppo presto.
Evitate invece di:
- Distendervi troppo fisicamente e
mentalmente nel giorno della gara.
- Togliervi l'abbigliamento troppo
presto.
- Dimenticarvi di asciugarvi bene e di
ricoprirvi dopo il riscaldamento.
- Far eccessivo uso, durante il
riscaldamento, di sprint sui 25 metri e
particolarmente sui 50, poiché essi
possono avere un effetto
debilitante.
- Prepararvi tardi per la gara, perdere
gli occhialetti, non controllare il
costume prima della gara.
Il riscaldamento dovrà contenere i
seguenti "ingredienti" principali:
- Lunghe nuotate facili nello stile di
prima scelta.
- Qualche sprint, per rifinire la forma.
- Lavori sulla partenza e sulle virate,
impratichendosi delle pareti della
vasca.
- Qualche esercizio di gambe di durata
moderata.
- Un tempo un poco più lungo va speso
lavorando in fartlek, ricercando la
sensazione della bracciata e rifinendo
la posizione corretta
in acqua da tenere in gara.
- Cercare di fare il riscaldamento il
più vicino possibile alla gara.
Psicologicamente i benefici del
riscaldamento risultano molto ridotti
se questo viene svolto un'ora e mezzo
o più prima della gara.
- Fare una doccia calda ed esercizi
specifici per la muscolatura e le
articolazioni utili per la gara. "
Spero che questi suggerimenti possano
risultare preziosi al fine di un
avvicinamento ottimale alla gara per voi
più importante, alla preparazione della
quale avrete dedicato mesi di energie
e sacrifici. Questo è un pensiero
rivolto soprattutto ai master che non
arrivano dall'agonismo, ma bensì dai
corsi di nuoto per adulti o che sono
addirittura autodidatti, come ad esempio
la maggior parte dei triatleti a
Trieste. Ai nuotatori più esperti e più
"performanti" mi permetto di ricordare
un episodio a mo' di aneddoto riferito
alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984.
All'epoca avevo 15 anni e mezzo ed erano
i primi Giochi che seguivo in tv. Il
dominatore di entrambe le distanze del
dorso fu lo statunitense Rick Carey che
prima di scendere in acqua indossava un
paio di vistosi guanti neri ed io ad
interrogarmi sull'utilità di quegli
accessori in piena estate... Solo grazie
all'intervento del telecronista seppi
che i guanti facevano sì che le mani non
disperdessero il calore corporeo. Motivo
per il quale mi arrabbiavo con i miei ex
atleti (prima di iniziare a nuotare da
master ho allenato per un quadriennio
la squadra assoluta dell'Edera Nuoto
Trieste, mia storica ex squadra da
agonista) quando, terminato il
riscaldamento, vagavano per la piscina
in ciabatte ma senza calze...
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