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Sul sito specializzato Swim4life ho letto l'articolo "L'ombra del doping sui master..." riferita ad una leggerezza commessa da Mauro Rodella durante i campionati italiani master Fin di Riccione 2014, così avevo chiesto ospitalità a Paco Clienti per dare la mia solidarietà a Mauro. Poi mi sono state fatte alcune domande e non ho potuto esimermi dal rispondere... Capirai: in più di trent'anni di attività master in Italia finora era stato pizzicato solo un atleta (nemmeno in flagranza di reato) e leggendo un accostamento simile mi sono leggermente adirato! Di seguito l'intervista integrale:

 

Dino Schorn sul caso Rodella:

«Ipocrisia far finta che il doping sia poco diffuso nei master.»
Rodella è pulito, ma ci sono altri su cui dubito.

di Paco Clienti


Il caso doping nel settore master scoppiato a fine luglio dopo il comunicato ufficiale emesso dal CONI per la squalifica cautelare dell’atleta Mauro Rodella, M50 della Aquatica Torino, trovato positivo al termine dei 50 stile libero del 28 giugno ai Campionati Italiani Master FIN di Riccione, ha sollevato non poche polemiche, così come si poteva ben prevedere.
La domanda che ci eravamo posti nel trattare la notizia con allegata intervista a Mauro Rodella, fu “Mauro Rodella si è veramente dopato o è vittima di un caso sfortunato di superficialità?”.
Attraverso la Posta dei Master, spazio web che da sempre mettiamo a servizio di chi voglia pubblicare un parere su un argomento in particolare o denunciare un ingiustizia, siamo stati raggiunti in questi giorni da Dino Schorn, uno degli atleti master italiani di punta che figura molto bene anche a livello internazionale, forte del suo prestigioso passato da ex agonista che ha voluto intervenire sull’argomento.


«Mi sembra da ipocriti parlare di ombra del doping nei master, perché secondo me è assurdo che in 30 anni di nuoto master in Italia, siano stati beccati solo un paio di atleti. I controlli sono pochi e sono scarsi. Fare i controlli antidoping soltanto ai Campionati Italiani, Europei e Mondiali, mi sembra davvero poco. Capisco che ci sono dei costi per sostenerli, ma secondo me andrebbero fatti anche durante l’anno, almeno in occasione di convalida dei Record nazionali e internazionali. Quanti record crollano nei meeting di Circuito Supermaster durante la stagione? Una caterva! E quanti controlli vengono eseguiti? Zero! Questo per me non è normale.»

Cosa ne pensi del caso Rodella quindi?


«Il caso Rodella è per me fuori luogo. Vorrei sottolineare che da agonista Mauro è stato un grande campione a differenza della maggior parte degli agonisti (me compreso) ora master, quindi non ha bisogno né di dimostrare, né di dimostrarsi alcunché. Mauro non è un ex agonista qualunque che per arrivare a risultati importanti non raggiunti da giovane sceglie la scorciatoia del doping. Questo per me è un validissimo motivo per cui non posso credere che abbia scelto di doparsi per vincere una staffetta ai campionati italiani, è illogico. Secondo me, casomai, sono sospetti i tempi nuotati da certi atleti che da agonisti non avevano fatto nulla di rilevante ed ora, realizzando record europei e mondiali, hanno dei crono molto vicini a quelli di 15-20 anni prima!»

In altre parole credi che Rodella sia in buona fede, anche se a tutti gli effetti lui ha assunto una sostanza dopante coprente che in occasione del controllo antidoping non ha dichiarato di assumere?


«Io penso che sia stata commessa una leggerezza che poteva capitare a tutti. Faccio un esempio: io assumo da un anno e mezzo il Cardirene, un antiaggregante piastrinico a causa di una trombosi venosa profonda subìta in seguito ad un'operazione al legamento crociato del ginocchio. Ebbene, quando mi reco a donare sangue e mi viene chiesto se assumo farmaci, io rispondo di no, dimenticandomi completamente del fatto che invece assumo quotidianamente il Cardirene. Non mi viene in mente di dichiararlo poiché è una cosa che faccio ormai automaticamente da tempo e probabilmente la stessa cosa è capitata a Mauro nel momento in cui gli hanno chiesto se assumesse farmaci prima del controllo anti-doping. Mi auguro che nelle sedi opportune Mauro possa dimostrare la sua buona fede.»

Pensi dunque che nei master il doping sia più diffuso di quanto realmente viene fuori dai controlli?


«Non ho le prove per affermarlo ma penso proprio di sì. Meno di due anni fa è uscito il libro "Lo sport del doping" del prof. Sandro Donati, il maggior esperto italiano di doping, dove si legge che mentre la WADA (agenzia mondiale anti-doping) riscontra mediamente una percentuale di positività intorno all'1,2 %, quella italiana raggiunge appena lo 0,6 % che diventa molto meno se si escludono i numerosi casi di positività per cannabis. Inoltre, storicamente, la percentuale dei casi di positività riscontrati dal laboratorio anti-doping del CONI è tra le più basse tra i 25 laboratori internazionali accreditati dalla WADA. Cifre percentuali così piccole possono sembrare delle inezie ma vi accorgete che una è doppia rispetto all'altra? Tornando al nostro sport, possibile che solo i ciclisti siano scorretti? Tra i nuotatori master è stato trovato un solo atleta in una trentina d'anni e nemmeno in flagranza di reato. Ammetterete che la cosa sia alquanto singolare. Ricordo che ai campionati italiani di Ostia 2010 una persona vicina alla FIN mi disse "Siamo soddisfatti che non ci siano stati dei casi di positività". Secondo me quella persona avrebbe dovuto ritenersi soddisfatta se, al contrario, fosse stato pescato almeno un atleta, perchè sarebbe stato indice di una ricerca mirata.»

Perché pensi che il doping sia molto più diffuso di quanto venga fuori dai controlli?


«Mi chiedo come si faccia a replicare o addirittura migliorare tempi stabiliti 20 anni prima, considerando che per motivi lavorativi e/o familiari non ci si allena più quotidianamente e che non ci sono più le condizioni per fisiologiche e non per esprimerci al meglio. Nel mio piccolo, per poter battere il record mondiale di Silvestri, campione italiano assoluto 1979 proprio nei 1500 e sul podio tricolore consecutivamente dal 1978 al 1982 nei 400 e 1500 stile, ho dovuto allenarmi sei giorni a settimana in acqua con l'aggiunta di 2-3 sedute in palestra! Quel 16'22" era lontano ben 46" dal mio personale di 15 anni prima e, nuotato senza il costume integrale (sebbene in tessuto), probabilmente un minuto al netto di quell'aiuto. Comunque, al di là dell'argomento doping, mi fa sorridere leggere certe interviste a pluriprimatisti del mondo che in acqua si allenerebbero tre volte a settimana, alcuni dei quali intervistati proprio da Swim4Life . Nel 2008 lessi che un nostro campionissimo si allenava anch'egli tre volte per un'ora e mezzo con un'ora di palestra a settimana, naturalmente negando pure di utilizzare gli integratori... Probabilmente io e quasi tutti gli altri non abbiamo ancora capito nulla del nuoto!»

Visto che fare i controlli antidoping ha un costo troppo oneroso e per cui la FIN ne fa a campione solo in occasione dei Campionati Italiani, tu cosa suggeriresti?


«Mi sembra assurdo controllare a campione solo ai campionati italiani perché se consideriamo che in ogni meeting del circuito FIN è obbligatoria la figura del medico, che costo potrà mai avere per lui prendere un campione di urine, sigillarlo e mandarlo al laboratorio anti-doping? In ogni caso andrebbero controllati almeno gli atleti che registrano nuovi record, se non altro quelli europei e mondiali (se proprio si vuole risparmiare) per poi poterli convalidare. Non chiedo il controllo a sorpresa! Quello sarebbe oneroso e poi non siamo professionisti. Ho molto a cuore un tema delicato ed importante come questo, un argomento che ho trattato nelle scuole ma soprattutto nella sezione "About doping" del sito web che curo dove potete trovare per esteso tutta la polemica nata a riguardo nel 2009, quando un noto sito web specializzato nel nuoto si rifiutò di pubblicare una mia lettera aperta sull'argomento.»

E voi cosa ne pensate del caso Rodella?

 

I commenti dei lettori li trovate naturalmente alla fine dell'intervista, sul sito Swim4life e sulla pagina facebook "Quelli che il nuoto lo amano". Poi c'è chi, come me, non è su facebook e chi ha preferito dare un parere via mail o sms. Questi i commenti da me raccolti:

"Fin troppo tenero su quelli che da nuotatori erano zero ed ora fanno temponi spesso con una tecnica ridicola (cosa che aumenta il sospetto). Sai anche che la semplice analisi dell'urina lascia ampie scappatoie. I costi? Preferirei pagare di più l'iscrizione e solo in occasione di gare con controllo riconoscere i record. In altre situazioni "da sagra di paese" il crono per pura soddisfazione, senza clamore, articoli vari, classifiche e pubblicità alcuna.
Che ne pensi?" (ex allenatore di agonisti)


"Sfondi una porta aperta! Per me gli agonisti di livello mondiale puliti sono pochi, pochissimi... anche tra i campioni... in ogni disciplina!" (ex allenatore di agonisti)

"Quest'anno mi allenerò tre volte a settimana più un'ora di palestra e, famiglia permettendo, qualche domenica. Sembra che così si faccia record del mondo." (atleta master)

"Dino ottimo articolo! Devo provare anch'io ad allenarmi solo due volte a settimana e vedere se riesco a finire i 400 mx!! Visto che qualcuno con tre volte a settimana fa i record!!!!!" (nuotatore master)

"Letto tua intervista... Io la penso come te ma non si possono fare insinuazioni..." (campione italiano master)

"Rodella è sicuramente uno che fa sport non per fare grandi risultati ed è stato un campione che non abbisogna di mezzucci per vincere ai livelli nei quali si cimenta; l'atleta, antipatico, che dice di allenarsi 3 volte a settimana lo fa solo per fare il figo, in realtà si allena come un pazzo, come ci è stato riferito da un suo ex compagno di squadra, giacchè si allenavano assieme. Ciò premesso voglio esprimere il mio rammarico per la leggerezza di Rodella, questo perchè dà una mazzata per la credibilità del nostro ambiente. Anche perchè non si tratta di uno sprovveduto ma, appunto, di un ex olimpico. Non so cosa augurarmi. se non lo squalificano il segnale che darebbe la Fin sarebbe "Fate ciò che volete, tanto...". Purtroppo è così, almeno secondo me.." (nuotatore master)

"Non sapevo che siete controllati pochissimo. Anche se per me lo sport deve essere impegno, sacrificio, ma soprattutto divertimento! Non concepisco il doping mai ed a nessuna età. Ottima la tua denuncia. Si deve sapere." (podista master)

"Mah, io continuo a fare lo "struzzo idealista" e a mettere la testa sotto terra! Se vedo un 2'15" nei 200 misti di un M45 dubito più delle sue dichiarazioni ("nuoto tre volte alla settimana" ) più che del suo sangue!! Sono ingenuo?" (campione del mondo master)

"Nessuno di noi, tu compreso, puoi sapere se dice la verità o no. Il punto è uno: chi sbaglia paga e la legge in fatto di doping è chiara. Comportamento superficiale o lesivo? Non fa differenza, mi dispiace che tutti crediate alla buona fede dei dopati. E non parlo di te Dino ma di tanti che su fb, mossi da solidarietà nazional popolare, si lasciano prendere da quel sentimento tutto italiano per cui se uno famoso o popolare fa cazzate andrebbe perdonato... E' pieno di furbi" (nuotatore master)

"In effetti se io voglio chiudere un 100 rana dignitoso devo passare da 3 a 4/settimana...figurati per un 400! Beh, ma allora ci sono altri personaggi... anche miei diretti avversari che chiudono un 200 rana in 2'22", nuotando tre volte a settimana!!!!!" (nuotatore top master)

"Concordo su tutto quello che sostieni. Bisogna svegliarsi ed attuare più controlli. Speriamo per il futuro." (nuotatore master)

 

Di seguito la mia replica alle dichiarazioni di Alberto Montini e Raffaele Lococciolo inviata a Swim4life. Graditi i vostri commenti all'indirizzo di posta elettronica mail@dinoschorn.it."
 

Questa mia replica ai commenti seguenti la pubblicazione della mia intervista sul doping non vuole essere una "ritrattazione" su ciò da me detto in precedenza. Ho chiesto ospitalità a Paco - che ringrazio - premettendo che questo mio intervento sarà definitivo. Il mio intento è chiarire ciò che per me è logico. Rileggendo l'intervista mi chiedo ancora come possa essermi espresso in modo tale da venire così male interpretato.
Dopo aver letto il commento di Alberto il mio desiderio era di scrivergli una mail per spiegare che "...al di là dell'argomento doping, mi fa sorridere..." voleva significare "mettiamo da parte l'argomento doping VIRGOLA". Mi sono messo in contatto via sms almeno tre volte con un amico comune per avere il suo indirizzo mail, a tutt'oggi ho atteso quasi un mese ma non avendo avuto risposta ho preferito rivolgermi a Paco (pure lui non aveva tradotto correttamente quella mia frase ma almeno, se si legge il suo secondo commento, si capisce che aveva compreso perfettamente il mio intento), anche per approfittare per commentare alcune riflessioni di Raffaele che erano state pubblicate nel frattempo.
Iniziando da Alberto è per me doveroso chiarire che non ho MAI pensato, detto, scritto che i suoi risultati possano essere frutto di qualcosa di illecito.
Riferendomi a un'intervista rilasciata nel 2008 da un campionissimo italiano non sono stato nè generico nè mi sono nascosto dietro un dito: potevo benissimo fare il vago dicendo "ultimamente, non ricordo dove, ho letto di un master straniero che dice che...".
Il succo del mio discorso era questo: ragazzi, ma perchè la maggior parte di voi pur essendo primatista di livello internazionale (se non mondiale) non "ammette" che si allena non solo in qualità ma anche in quantità?
Alberto potrà perdonarmi per una presa in giro tra "ragazzi": cosa c'è di offensivo nel dubitare (non su sostanze illecite, attenzione!) sui tre allenamenti?
A tal proposito un lettore scrive "...ho letto di un francese di 47 anni che nuota i 100 delfino in 56" sostenendo di allenarsi tre volte a settimana per appena un'ora. E' impensabile, quindi o si ammette di allenarsi seriamente oppure continueremo a sentire favole del nuotatore master che se si fosse allenato sempre e con costanza "sarebbe" più forte di Phelps! Quando sento queste cose mi offendo perchè il nuoto non è uno sport dove può contare l'estro o la fortuna ma solo il duro allenamento e la costanza". In realtà nell'intervista con Paco il transalpino dice che, in acqua, si allena solo due volte a settimana: per poi andare ancora più forte di Alberto in una gara come i 400 misti? Permettetemi almeno una lieve perplessità...
Michele Ratti (almeno lui avrà competenza?) dice "Townsend afferma di allenarsi tre volte a settimana per fare 1'44" sui 200 sl...non prendiamoci in giro...": cattivelli pure loro?
Tali frasi mi trovano completamente d'accordo, infatti avevo citato i nomi di questi due stranieri primatisti del mondo (il secondo dei quali aveva pure stabilito 5 record nel giro di un paio d'ore!): queste persone sono tutte (me compreso) maliziose o magari con l'esperienza hanno raggiunto una consapevolezza, anche critica, sulle possibilità reali di atleti che dicono di allenarsi - talvolta - la metà per poi andar forte il doppio? Ricordo a chi mi legge che pensiamo (mi permetto di parlare a nome di tutti, perdonatemi la licenza) ciò perché mettiamo in dubbio i numeri delle sedute, non l'etica personale. Che sia chiaro.
Mi avevano raccontato della serietà profusa da Alberto durante gli allenamenti ed io ammiro chi si fa il mazzo, sempre! Un suo compagno di squadra, parlandone con rispetto, diceva che quando egli stesso saltava qualche allenamento veniva bonariamente "rimproverato" dal campione: questo a mio avviso significava che quest'ultimo si allenava molto più spesso di quanto dichiarasse e anche se questa è una mia semplice considerazione, che ci sarebbe di male nel dirlo? Io stesso ammetto di allenarmi sei giorni a settimana, non vedo perché non dovrei farlo...
Personalmente non mi ritengo un dietrologo, casomai un garantista: la mia intervista, infatti, è nata per dare solidarietà (e l'ho giustificata) a Mauro Rodella mentre a Gaia Naldini (che conosco dal 1994, eravamo compagni di squadra nella nazionale di fondo) l'ho espressa prima al telefono e poi a quattr'occhi. Naturalmente concordo in pieno con il dottor Marugo che l'ha definita, anche a livello umano, "ineccepibile".
Non mi piace quando qualcuno mi mette in bocca cose mai dette quindi preciso che non ho assolutamente dato dell'ipocrita alla Fin, casomai dell'ingenua se si pensa che se con una manciata di controlli non si incastra qualcuno ciò significa che tutto l'ambiente è pulito. Stop.
Riguardo a "INVIDIOSO???" la reputo una boutade superficiale ma non mi offendo. Sfido chiunque mi abbia conosciuto bene in questi (ahimè) 45 anni a dire questo di me, oltretutto sapendo che è un sentimento che detesto. Al contrario, la frase di Alberto "se trovassi qualcuno che mi batte, che va più veloce di me, penserei che è più forte, che lo merita e che si allena di più. Non accamperei scusanti od alibi per giustificare la mia sconfitta. Il mio modo di pensare è che chi vince è il migliore e, per principio, sono sempre in buona fede" gli fa onore e colgo l'occasione per far sapere che la penso esattamente come lui.
Ed ora Raffaele.
In riferimento al paradosso "Paco è un treno" - che non reputo appropriato - faccio un esempio. Io non ho mai fumato. Se fumassi mi sentirei uno stupido ma non per questo considero stupide le persone che fumano, anzi, ne conosco di persone molto intelligenti che hanno questa abitudine!
D'accordissimo con l'esempio dei 100 dorso ma si parla di cento metri... Nei 100 sl nel 1990 nuotavo in 52"7 in corta, nel 2010 in 53"4 quindi ho potuto constatare di persona che "si-può-fare"! L'esempio sui 1500 l'ho già fatto su www.dinoschorn.it e non voglio ulteriormente tediare il lettore su cose che mi riguardano ma ciò vale anche per 400 e 800; a volte pure nei 200 c'è una bella differenza e lo stesso Raffaele potrà confermarlo.
L'amico Max Gialdi, ad esempio, da agonista nuotava in 51"1 e a 41 anni in 51"9 quindi sono già due gli esempi che vanno ad avvalorare quanto detto da Raffaele. E' chiaro, dunque, che non mi riferivo alle distanze brevi e brevissime. Concordo sul discorso dell'evoluzione della metodologia dell'allenamento e non è che non me ne sia accorto... Pure io, ex millecinquecentista, facevo i miei bei km da agonista ed ora le serie le fraziono ma i vantaggi della track start e della subacquea li trovi, appunto, su distanze non superiori ai 200 metri (tralasciando atleti come Phelps e Lochte naturalmente). A conforto del mio pensiero "accorre" un lettore esprimendo che "dopo i 40 la fisiologia insegna che non è possibile nemmeno avvicinare i tempi fatti da agonista a 20 anni..." facendo riferimento allo Spitz che a 42 anni aveva provato (invano) a qualificarsi per i Giochi di Barcellona '92. Conosco un bel po' di gente che ritiene che gli agonisti di alto livello nello sport in generale si aiutino illegalmente. Io non sono assolutamente d'accordo, anzi! Tengo a farlo sapere poichè non credo che il nostro ambiente sia marcio. Se i numeri dimostrati dal professor Donati (da me citati testualmente) fossero applicabili al nuoto master potremmo dire che l'1,2 % su, diciamo, 15000 atleti sarebbe 180, cosa pazzesca ed infatti a mio avviso impossibile. La cifra diventerebbe esponenziale se la moltiplicassimo per 30 (o più). Nell'intervista ho semplicemente fatto notare come io reputi improbabile che in 30 o più anni (fino allo scorso luglio) sia venuto alla luce un solo caso di doping, inoltre nemmeno in flagranza di reato: chiamatela logica o statistica (parola, usata da Raffaele, che ritroveremo più sotto) o legge dei grandi numeri... Mario Vittoriali scrive che da 32 anni in qua è stato pescato solo l'atleta di cui sopra ma ciò che significa? Che se i controlli fossero più frequenti non potrebbe scapparcene qualcun'altro? Pensate a che ingenuo sono, nonostante tutto: ho saputo proprio da Paco che l'antidoping, nonostante sette mesi e mezzo consecutivi di meeting organizzati ogni weekend, c'è solo ai campionati italiani Fin!
Considero dei super-atleti chi scala i Pirenei e le Alpi all'interno di competizioni durissime che li impegnano quotidianamente per tre settimane: posso avere un dubbio che non tutti quelli che utilizzano dei broncodilatatori siano asmatici? E poi, i furbi li trovi solo in quello sport? Questo solo per fare un esempio, dal momento che sempre Raffaele diceva che non saprebbe come migliorare le sue prestazioni in modo illegale: è ovvio che nel nostro sport sarebbe controproducente utilizzare anabolizzanti, gh, etc... Raffaele dice, giustissimamente, che "...dovrei mettere a rischio la mia salute e inoltre trovare un medico compiacente...considerando anche cosa hai in cambio" ma non considera che non tutti possiedono le doti di intelligenza, coscienza, senso di responsabilità, etica che dimostra pronunciando questa frase.
Quello che mi dispiace, al di là di tutto, è che nessuno dei due big abbia avanzato qualche proposta per provare a contrastare questo "fantomatico" doping che mi sono permesso di insinuare possa esistere, anche a dispetto dei numeri certi.
I loro due interventi mi sono parsi più una "difesa corporativa" (nel caso del primo è stato messo sul piano personale e mi scuso ancora se non sono stato chiaro) del movimento che una volontà di discutere concretamente sul mio timore e questo credo sia un'occasione persa per pensare a qualcosa di serio per ostacolarlo. Personalmente avevo suggerito cosa si potrebbe fare durante i meeting e qualche lettore proponeva di aumentare lievemente le tasse gara se ciò poteva risultare utile alla causa.
Chiarita con non poca fatica l'intenzione ironica di quella mia frase incriminata (lo ribadisco, concentratevi sulle parole "al di là"), registro con soddisfazione che, in fondo, i due campioni concordano con me: "...pur essendo d'accordo con il contenuto dell'articolo..." e "..statisticamente è impossibile che non ce ne siano...". Pure Lucia Bussotti dice "...concordo con tutto il succo del discorso..." e "tutto giusto e condivisibile...".
Il "problema" è che tutti e tre (quattro con Vittoriali) dicono all'unisono che "non si dovrebbero gettare ombre senza fare nomi non avendone le prove".
Credetemi, non sono tipo da "sentito dire" e comunque, anche se avessi sentito qualcosa di grave, me ne guarderei bene dal divulgarlo se non l'avessi visto con i miei occhi. In quel caso lo denuncerei immediatamente all'autorità giudiziaria e non attraverso un sito internet!
Ciononostante un lettore ha scritto "qualche anno fa a Riccione durante delle gare di rana, alcuni sapendo dei controlli non si sono presentati" ed un altro ha confermato il fatt(acci)o rincarando la dose con "giusto, alcuni della batteria dei più veloci". Personalmente sono un nuotatore master solo dal 2008 quindi non ne sapevo nulla ma evidentemente quelle due persone c'erano: che facciamo? Li quereliamo? Suvvia...
Dopo aver dato la mia fiducia a Mauro Rodella, alle domande di Paco potevo trincerarmi dietro a dei comodi no comment oppure rimanere evasivo preferendo non rispondere pur avendo delle idee ben precise ma mi auguravo di coinvolgere in una discussione propositiva qualche nome "di peso" come appunto Montini e Lococciolo, essendo molto interessato alle opinioni di nuotatori così esperti.
Un ultimo appunto al signor Vittoriali, che saluto. Quel "tal" - che certamente aveva l'intento di infastidirmi, invano però - forse non è tanto appropriato: proprio dei compagni di squadra di Alberto a Goteborg 2010 e proprio Raffaele in persona tra Trieste ed Eindhoven 2013 mi avevano invitato a gareggiare per i loro colori. Forse non ero tanto "tal" dai...
Buon nuoto a tutti
Dino

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