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About Swim4life |
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Sul sito specializzato
Swim4life ho
letto l'articolo "L'ombra del doping sui
master..." riferita ad una leggerezza
commessa da Mauro Rodella durante i
campionati italiani master Fin di
Riccione 2014, così avevo chiesto
ospitalità a Paco Clienti per dare la
mia solidarietà a Mauro. Poi mi sono
state fatte alcune domande e non ho
potuto esimermi dal rispondere...
Capirai: in più di trent'anni di
attività master in Italia finora era
stato pizzicato solo un atleta (nemmeno
in flagranza di reato) e leggendo un
accostamento simile mi sono leggermente
adirato! Di seguito l'intervista
integrale: |
Dino Schorn sul
caso Rodella:
«Ipocrisia far finta che
il doping sia poco diffuso nei master.»
Rodella è pulito, ma ci sono altri su
cui dubito.
di Paco Clienti
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Il caso doping nel settore master
scoppiato a fine luglio dopo il
comunicato ufficiale emesso dal CONI per
la squalifica cautelare dell’atleta
Mauro Rodella, M50 della Aquatica
Torino, trovato positivo al termine dei
50 stile libero del 28 giugno ai
Campionati Italiani Master FIN di
Riccione, ha sollevato non poche
polemiche, così come si poteva ben
prevedere.
La domanda che ci eravamo posti nel
trattare la notizia con allegata
intervista a Mauro Rodella, fu “Mauro
Rodella si è veramente dopato o è
vittima di un caso sfortunato di
superficialità?”.
Attraverso la Posta dei Master, spazio
web che da sempre mettiamo a servizio di
chi voglia pubblicare un parere su un
argomento in particolare o denunciare un
ingiustizia, siamo stati raggiunti in
questi giorni da Dino Schorn, uno degli
atleti master italiani di punta che
figura molto bene anche a livello
internazionale, forte del suo
prestigioso passato da ex agonista che
ha voluto intervenire sull’argomento.
«Mi sembra da ipocriti parlare di ombra
del doping nei master, perché secondo me
è assurdo che in 30 anni di nuoto master
in Italia, siano stati beccati solo un
paio di atleti. I controlli sono pochi e
sono scarsi. Fare i controlli antidoping
soltanto ai Campionati Italiani, Europei
e Mondiali, mi sembra davvero poco.
Capisco che ci sono dei costi per
sostenerli, ma secondo me andrebbero
fatti anche durante l’anno, almeno in
occasione di convalida dei Record
nazionali e internazionali. Quanti
record crollano nei meeting di Circuito
Supermaster durante la stagione? Una
caterva! E quanti controlli vengono
eseguiti? Zero! Questo per me non è
normale.»
Cosa ne pensi del caso Rodella quindi?
«Il caso Rodella è per me fuori luogo.
Vorrei sottolineare che da agonista
Mauro è stato un grande campione a
differenza della maggior parte degli
agonisti (me compreso) ora master,
quindi non ha bisogno né di dimostrare,
né di dimostrarsi alcunché. Mauro non è
un ex agonista qualunque che per
arrivare a risultati importanti non
raggiunti da giovane sceglie la
scorciatoia del doping. Questo per me è
un validissimo motivo per cui non posso
credere che abbia scelto di doparsi per
vincere una staffetta ai campionati
italiani, è illogico. Secondo me,
casomai, sono sospetti i tempi nuotati
da certi atleti che da agonisti non
avevano fatto nulla di rilevante ed ora,
realizzando record europei e mondiali,
hanno dei crono molto vicini a quelli di
15-20 anni prima!»
In altre parole credi che Rodella sia in
buona fede, anche se a tutti gli effetti
lui ha assunto una sostanza dopante
coprente che in occasione del controllo
antidoping non ha dichiarato di
assumere?
«Io penso che sia stata commessa una
leggerezza che poteva capitare a tutti.
Faccio un esempio: io assumo da un anno
e mezzo il Cardirene, un antiaggregante
piastrinico a causa di una trombosi
venosa profonda subìta in seguito ad
un'operazione al legamento crociato del
ginocchio. Ebbene, quando mi reco a
donare sangue e mi viene chiesto se
assumo farmaci, io rispondo di no,
dimenticandomi completamente del fatto
che invece assumo quotidianamente il
Cardirene. Non mi viene in mente di
dichiararlo poiché è una cosa che faccio
ormai automaticamente da tempo e
probabilmente la stessa cosa è capitata
a Mauro nel momento in cui gli hanno
chiesto se assumesse farmaci prima del
controllo anti-doping. Mi auguro che
nelle sedi opportune Mauro possa
dimostrare la sua buona fede.»
Pensi dunque che nei master il doping
sia più diffuso di quanto realmente
viene fuori dai controlli?
«Non ho le prove per affermarlo ma penso
proprio di sì. Meno di due anni fa è
uscito il libro "Lo sport del doping"
del prof. Sandro Donati, il maggior
esperto italiano di doping, dove si
legge che mentre la WADA (agenzia
mondiale anti-doping) riscontra
mediamente una percentuale di positività
intorno all'1,2 %, quella italiana
raggiunge appena lo 0,6 % che diventa
molto meno se si escludono i numerosi
casi di positività per cannabis.
Inoltre, storicamente, la percentuale
dei casi di positività riscontrati dal
laboratorio anti-doping del CONI è tra
le più basse tra i 25 laboratori
internazionali accreditati dalla WADA.
Cifre percentuali così piccole possono
sembrare delle inezie ma vi accorgete
che una è doppia rispetto all'altra?
Tornando al nostro sport, possibile che
solo i ciclisti siano scorretti? Tra i
nuotatori master è stato trovato un solo
atleta in una trentina d'anni e nemmeno
in flagranza di reato. Ammetterete che
la cosa sia alquanto singolare. Ricordo
che ai campionati italiani di Ostia 2010
una persona vicina alla FIN mi disse
"Siamo soddisfatti che non ci siano
stati dei casi di positività". Secondo
me quella persona avrebbe dovuto
ritenersi soddisfatta se, al contrario,
fosse stato pescato almeno un atleta,
perchè sarebbe stato indice di una
ricerca mirata.»
Perché pensi che il doping sia molto più
diffuso di quanto venga fuori dai
controlli?
«Mi chiedo come si faccia a replicare o
addirittura migliorare tempi stabiliti
20 anni prima, considerando che per
motivi lavorativi e/o familiari non ci
si allena più quotidianamente e che non
ci sono più le condizioni per
fisiologiche e non per esprimerci al
meglio. Nel mio piccolo, per poter
battere il record mondiale di Silvestri,
campione italiano assoluto 1979 proprio
nei 1500 e sul podio tricolore
consecutivamente dal 1978 al 1982 nei
400 e 1500 stile, ho dovuto allenarmi
sei giorni a settimana in acqua con
l'aggiunta di 2-3 sedute in palestra!
Quel 16'22" era lontano ben 46" dal mio
personale di 15 anni prima e, nuotato
senza il costume integrale (sebbene in
tessuto), probabilmente un minuto al
netto di quell'aiuto. Comunque, al di là
dell'argomento doping, mi fa sorridere
leggere certe interviste a
pluriprimatisti del mondo che in acqua
si allenerebbero tre volte a settimana,
alcuni dei quali intervistati proprio da
Swim4Life . Nel 2008 lessi che un nostro
campionissimo si allenava anch'egli tre
volte per un'ora e mezzo con un'ora di
palestra a settimana, naturalmente
negando pure di utilizzare gli
integratori... Probabilmente io e quasi
tutti gli altri non abbiamo ancora
capito nulla del nuoto!»
Visto che fare i controlli antidoping ha
un costo troppo oneroso e per cui la FIN
ne fa a campione solo in occasione dei
Campionati Italiani, tu cosa
suggeriresti?
«Mi sembra assurdo controllare a
campione solo ai campionati italiani
perché se consideriamo che in ogni
meeting del circuito FIN è obbligatoria
la figura del medico, che costo potrà
mai avere per lui prendere un campione
di urine, sigillarlo e mandarlo al
laboratorio anti-doping? In ogni caso
andrebbero controllati almeno gli atleti
che registrano nuovi record, se non
altro quelli europei e mondiali (se
proprio si vuole risparmiare) per poi
poterli convalidare. Non chiedo il
controllo a sorpresa! Quello sarebbe
oneroso e poi non siamo professionisti.
Ho molto a cuore un tema delicato ed
importante come questo, un argomento che
ho trattato nelle scuole ma soprattutto
nella sezione "About doping" del sito
web che curo dove potete trovare per
esteso tutta la polemica nata a riguardo
nel 2009, quando un noto sito web
specializzato nel nuoto si rifiutò di
pubblicare una mia lettera aperta
sull'argomento.»
E voi cosa ne pensate del caso Rodella?
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I commenti
dei lettori li trovate naturalmente alla
fine dell'intervista, sul sito
Swim4life
e sulla pagina facebook "Quelli che il
nuoto lo amano". Poi c'è chi, come me,
non è su facebook e chi ha preferito dare un
parere via mail o sms. Questi i commenti
da me raccolti:
"Fin troppo tenero su quelli che da
nuotatori erano zero ed ora fanno
temponi spesso con una tecnica ridicola
(cosa che aumenta il sospetto). Sai
anche che la semplice analisi dell'urina
lascia ampie scappatoie. I costi?
Preferirei pagare di più l'iscrizione e
solo in occasione di gare con controllo
riconoscere i record. In altre
situazioni "da sagra di paese" il crono
per pura soddisfazione, senza clamore,
articoli vari, classifiche e pubblicità
alcuna.
Che ne pensi?" (ex allenatore di
agonisti)
"Sfondi una porta aperta! Per me gli
agonisti di livello mondiale puliti sono
pochi, pochissimi... anche tra i
campioni... in ogni disciplina!" (ex
allenatore di agonisti)
"Quest'anno mi allenerò tre volte a
settimana più un'ora di palestra e,
famiglia permettendo, qualche domenica.
Sembra che così si faccia record del
mondo." (atleta master)
"Dino ottimo articolo! Devo provare
anch'io ad allenarmi solo due volte a
settimana e vedere se riesco a finire i
400 mx!! Visto che qualcuno con tre
volte a settimana fa i record!!!!!"
(nuotatore master)
"Letto tua intervista... Io la penso
come te ma non si possono fare
insinuazioni..." (campione italiano
master)
"Rodella è sicuramente uno che fa sport
non per fare grandi risultati ed è stato
un campione che non abbisogna di
mezzucci per vincere ai livelli nei
quali si cimenta; l'atleta, antipatico,
che dice di allenarsi 3 volte a
settimana lo fa solo per fare il figo,
in realtà si allena come un pazzo, come
ci è stato riferito da un suo ex
compagno di squadra, giacchè si
allenavano assieme. Ciò premesso voglio
esprimere il mio rammarico per la
leggerezza di Rodella, questo perchè dà
una mazzata per la credibilità del
nostro ambiente. Anche perchè non si
tratta di uno sprovveduto ma, appunto,
di un ex olimpico. Non so cosa
augurarmi. se non lo squalificano il
segnale che darebbe la Fin sarebbe "Fate
ciò che volete, tanto...". Purtroppo è
così, almeno secondo me.." (nuotatore
master)
"Non sapevo che siete controllati
pochissimo. Anche se per me lo sport
deve essere impegno, sacrificio, ma
soprattutto divertimento! Non concepisco
il doping mai ed a nessuna età. Ottima
la tua denuncia. Si deve sapere."
(podista master)
"Mah, io continuo a fare lo "struzzo
idealista" e a mettere la testa sotto
terra! Se vedo un 2'15" nei 200 misti di
un M45 dubito più delle sue
dichiarazioni ("nuoto tre volte alla
settimana" ) più che del suo sangue!!
Sono ingenuo?" (campione del mondo
master)
"Nessuno di noi, tu compreso, puoi
sapere se dice la verità o no. Il punto
è uno: chi sbaglia paga e la legge in
fatto di doping è chiara. Comportamento
superficiale o lesivo? Non fa
differenza, mi dispiace che tutti
crediate alla buona fede dei dopati. E
non parlo di te Dino ma di tanti che su
fb, mossi da solidarietà nazional
popolare, si lasciano prendere da quel
sentimento tutto italiano per cui se uno
famoso o popolare fa cazzate andrebbe
perdonato... E' pieno di furbi"
(nuotatore master)
"In effetti se io voglio chiudere un 100
rana dignitoso devo passare da 3 a
4/settimana...figurati per un 400! Beh,
ma allora ci sono altri personaggi...
anche miei diretti avversari che
chiudono un 200 rana in 2'22", nuotando
tre volte a settimana!!!!!" (nuotatore
top master)
"Concordo su tutto quello che sostieni.
Bisogna svegliarsi ed attuare più
controlli. Speriamo per il futuro."
(nuotatore master)
Di seguito la mia replica
alle dichiarazioni di Alberto Montini e
Raffaele Lococciolo inviata a Swim4life.
Graditi i vostri commenti all'indirizzo
di posta elettronica mail@dinoschorn.it."
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Questa mia replica ai commenti
seguenti la pubblicazione della mia
intervista sul doping non vuole essere
una "ritrattazione" su ciò da me detto
in precedenza. Ho chiesto ospitalità a
Paco - che ringrazio - premettendo che
questo mio intervento sarà definitivo.
Il mio intento è chiarire ciò che per me
è logico. Rileggendo l'intervista mi
chiedo ancora come possa essermi
espresso in modo tale da venire così
male interpretato.
Dopo aver letto il commento di Alberto
il mio desiderio era di scrivergli una
mail per spiegare che "...al di là
dell'argomento doping, mi fa
sorridere..." voleva significare
"mettiamo da parte l'argomento doping
VIRGOLA". Mi sono messo in contatto via
sms almeno tre volte con un amico comune
per avere il suo indirizzo mail, a
tutt'oggi ho atteso quasi un mese ma non
avendo avuto risposta ho preferito
rivolgermi a Paco (pure lui non aveva
tradotto correttamente quella mia frase
ma almeno, se si legge il suo secondo
commento, si capisce che aveva compreso
perfettamente il mio intento), anche per
approfittare per commentare alcune
riflessioni di Raffaele che erano state
pubblicate nel frattempo.
Iniziando da Alberto è per me doveroso
chiarire che non ho MAI pensato, detto,
scritto che i suoi risultati possano
essere frutto di qualcosa di illecito.
Riferendomi a un'intervista rilasciata
nel 2008 da un campionissimo italiano
non sono stato nè generico nè mi sono
nascosto dietro un dito: potevo
benissimo fare il vago dicendo
"ultimamente, non ricordo dove, ho letto
di un master straniero che dice che...".
Il succo del mio discorso era questo:
ragazzi, ma perchè la maggior parte di
voi pur essendo primatista di livello
internazionale (se non mondiale) non
"ammette" che si allena non solo in
qualità ma anche in quantità?
Alberto potrà perdonarmi per una presa
in giro tra "ragazzi": cosa c'è di
offensivo nel dubitare (non su sostanze
illecite, attenzione!) sui tre
allenamenti?
A tal proposito un lettore scrive "...ho
letto di un francese di 47 anni che
nuota i 100 delfino in 56" sostenendo di
allenarsi tre volte a settimana per
appena un'ora. E' impensabile, quindi o
si ammette di allenarsi seriamente
oppure continueremo a sentire favole del
nuotatore master che se si fosse
allenato sempre e con costanza "sarebbe"
più forte di Phelps! Quando sento queste
cose mi offendo perchè il nuoto non è
uno sport dove può contare l'estro o la
fortuna ma solo il duro allenamento e la
costanza". In realtà nell'intervista con
Paco il transalpino dice che, in acqua,
si allena solo due volte a settimana:
per poi andare ancora più forte di
Alberto in una gara come i 400 misti?
Permettetemi almeno una lieve
perplessità...
Michele Ratti (almeno lui avrà
competenza?) dice "Townsend afferma di
allenarsi tre volte a settimana per fare
1'44" sui 200 sl...non prendiamoci in
giro...": cattivelli pure loro?
Tali frasi mi trovano completamente
d'accordo, infatti avevo citato i nomi
di questi due stranieri primatisti del
mondo (il secondo dei quali aveva pure
stabilito 5 record nel giro di un paio
d'ore!): queste persone sono tutte (me
compreso) maliziose o magari con
l'esperienza hanno raggiunto una
consapevolezza, anche critica, sulle
possibilità reali di atleti che dicono
di allenarsi - talvolta - la metà per
poi andar forte il doppio? Ricordo a chi
mi legge che pensiamo (mi permetto di
parlare a nome di tutti, perdonatemi la
licenza) ciò perché mettiamo in dubbio i
numeri delle sedute, non l'etica
personale. Che sia chiaro.
Mi avevano raccontato della serietà
profusa da Alberto durante gli
allenamenti ed io ammiro chi si fa il
mazzo, sempre! Un suo compagno di
squadra, parlandone con rispetto, diceva
che quando egli stesso saltava qualche
allenamento veniva bonariamente
"rimproverato" dal campione: questo a
mio avviso significava che quest'ultimo
si allenava molto più spesso di quanto
dichiarasse e anche se questa è una mia
semplice considerazione, che ci sarebbe
di male nel dirlo? Io stesso ammetto di
allenarmi sei giorni a settimana, non
vedo perché non dovrei farlo...
Personalmente non mi ritengo un
dietrologo, casomai un garantista: la
mia intervista, infatti, è nata per dare
solidarietà (e l'ho giustificata) a
Mauro Rodella mentre a Gaia Naldini (che
conosco dal 1994, eravamo compagni di
squadra nella nazionale di fondo) l'ho
espressa prima al telefono e poi a
quattr'occhi. Naturalmente concordo in
pieno con il dottor Marugo che l'ha
definita, anche a livello umano,
"ineccepibile".
Non mi piace quando qualcuno mi mette in
bocca cose mai dette quindi preciso che
non ho assolutamente dato dell'ipocrita
alla Fin, casomai dell'ingenua se si
pensa che se con una manciata di
controlli non si incastra qualcuno ciò
significa che tutto l'ambiente è pulito.
Stop.
Riguardo a "INVIDIOSO???" la reputo una
boutade superficiale ma non mi offendo.
Sfido chiunque mi abbia conosciuto bene
in questi (ahimè) 45 anni a dire questo
di me, oltretutto sapendo che è un
sentimento che detesto. Al contrario, la
frase di Alberto "se trovassi qualcuno
che mi batte, che va più veloce di me,
penserei che è più forte, che lo merita
e che si allena di più. Non accamperei
scusanti od alibi per giustificare la
mia sconfitta. Il mio modo di pensare è
che chi vince è il migliore e, per
principio, sono sempre in buona fede"
gli fa onore e colgo l'occasione per far
sapere che la penso esattamente come
lui.
Ed ora Raffaele.
In riferimento al paradosso "Paco è un
treno" - che non reputo appropriato -
faccio un esempio. Io non ho mai fumato.
Se fumassi mi sentirei uno stupido ma
non per questo considero stupide le
persone che fumano, anzi, ne conosco di
persone molto intelligenti che hanno
questa abitudine!
D'accordissimo con l'esempio dei 100
dorso ma si parla di cento metri... Nei
100 sl nel 1990 nuotavo in 52"7 in
corta, nel 2010 in 53"4 quindi ho potuto
constatare di persona che "si-può-fare"!
L'esempio sui 1500 l'ho già fatto su
www.dinoschorn.it e non voglio
ulteriormente tediare il lettore su cose
che mi riguardano ma ciò vale anche per
400 e 800; a volte pure nei 200 c'è una
bella differenza e lo stesso Raffaele
potrà confermarlo.
L'amico Max Gialdi, ad esempio, da
agonista nuotava in 51"1 e a 41 anni in
51"9 quindi sono già due gli esempi che
vanno ad avvalorare quanto detto da
Raffaele. E' chiaro, dunque, che non mi
riferivo alle distanze brevi e
brevissime. Concordo sul discorso
dell'evoluzione della metodologia
dell'allenamento e non è che non me ne
sia accorto... Pure io, ex
millecinquecentista, facevo i miei bei
km da agonista ed ora le serie le
fraziono ma i vantaggi della track start
e della subacquea li trovi, appunto, su
distanze non superiori ai 200 metri
(tralasciando atleti come Phelps e
Lochte naturalmente). A conforto del mio
pensiero "accorre" un lettore esprimendo
che "dopo i 40 la fisiologia insegna che
non è possibile nemmeno avvicinare i
tempi fatti da agonista a 20 anni..."
facendo riferimento allo Spitz che a 42
anni aveva provato (invano) a
qualificarsi per i Giochi di Barcellona
'92. Conosco un bel po' di gente che
ritiene che gli agonisti di alto livello
nello sport in generale si aiutino
illegalmente. Io non sono assolutamente
d'accordo, anzi! Tengo a farlo sapere
poichè non credo che il nostro ambiente
sia marcio. Se i numeri dimostrati dal
professor Donati (da me citati
testualmente) fossero applicabili al
nuoto master potremmo dire che l'1,2 %
su, diciamo, 15000 atleti sarebbe 180,
cosa pazzesca ed infatti a mio avviso
impossibile. La cifra diventerebbe
esponenziale se la moltiplicassimo per
30 (o più). Nell'intervista ho
semplicemente fatto notare come io
reputi improbabile che in 30 o più anni
(fino allo scorso luglio) sia venuto
alla luce un solo caso di doping,
inoltre nemmeno in flagranza di reato:
chiamatela logica o statistica (parola,
usata da Raffaele, che ritroveremo più
sotto) o legge dei grandi numeri...
Mario Vittoriali scrive che da 32 anni
in qua è stato pescato solo l'atleta di
cui sopra ma ciò che significa? Che se i
controlli fossero più frequenti non
potrebbe scapparcene qualcun'altro?
Pensate a che ingenuo sono, nonostante
tutto: ho saputo proprio da Paco che
l'antidoping, nonostante sette mesi e
mezzo consecutivi di meeting organizzati
ogni weekend, c'è solo ai campionati
italiani Fin!
Considero dei super-atleti chi scala i
Pirenei e le Alpi all'interno di
competizioni durissime che li impegnano
quotidianamente per tre settimane: posso
avere un dubbio che non tutti quelli che
utilizzano dei broncodilatatori siano
asmatici? E poi, i furbi li trovi solo
in quello sport? Questo solo per fare un
esempio, dal momento che sempre Raffaele
diceva che non saprebbe come migliorare
le sue prestazioni in modo illegale: è
ovvio che nel nostro sport sarebbe
controproducente utilizzare
anabolizzanti, gh, etc... Raffaele dice,
giustissimamente, che "...dovrei mettere
a rischio la mia salute e inoltre
trovare un medico
compiacente...considerando anche cosa
hai in cambio" ma non considera che non
tutti possiedono le doti di
intelligenza, coscienza, senso di
responsabilità, etica che dimostra
pronunciando questa frase.
Quello che mi dispiace, al di là di
tutto, è che nessuno dei due big abbia
avanzato qualche proposta per provare a
contrastare questo "fantomatico" doping
che mi sono permesso di insinuare possa
esistere, anche a dispetto dei numeri
certi.
I loro due interventi mi sono parsi più
una "difesa corporativa" (nel caso del
primo è stato messo sul piano personale
e mi scuso ancora se non sono stato
chiaro) del movimento che una volontà di
discutere concretamente sul mio timore e
questo credo sia un'occasione persa per
pensare a qualcosa di serio per
ostacolarlo. Personalmente avevo
suggerito cosa si potrebbe fare durante
i meeting e qualche lettore proponeva di
aumentare lievemente le tasse gara se
ciò poteva risultare utile alla causa.
Chiarita con non poca fatica
l'intenzione ironica di quella mia frase
incriminata (lo ribadisco, concentratevi
sulle parole "al di là"), registro con
soddisfazione che, in fondo, i due
campioni concordano con me: "...pur
essendo d'accordo con il contenuto
dell'articolo..." e "..statisticamente è
impossibile che non ce ne siano...".
Pure Lucia Bussotti dice "...concordo
con tutto il succo del discorso..." e
"tutto giusto e condivisibile...".
Il "problema" è che tutti e tre (quattro
con Vittoriali) dicono all'unisono che
"non si dovrebbero gettare ombre senza
fare nomi non avendone le prove".
Credetemi, non sono tipo da "sentito
dire" e comunque, anche se avessi
sentito qualcosa di grave, me ne
guarderei bene dal divulgarlo se non
l'avessi visto con i miei occhi. In quel
caso lo denuncerei immediatamente
all'autorità giudiziaria e non
attraverso un sito internet!
Ciononostante un lettore ha scritto
"qualche anno fa a Riccione durante
delle gare di rana, alcuni sapendo dei
controlli non si sono presentati" ed un
altro ha confermato il fatt(acci)o
rincarando la dose con "giusto, alcuni
della batteria dei più veloci".
Personalmente sono un nuotatore master
solo dal 2008 quindi non ne sapevo nulla
ma evidentemente quelle due persone
c'erano: che facciamo? Li quereliamo?
Suvvia...
Dopo aver dato la mia fiducia a Mauro
Rodella, alle domande di Paco potevo
trincerarmi dietro a dei comodi no
comment oppure rimanere evasivo
preferendo non rispondere pur avendo
delle idee ben precise ma mi auguravo di
coinvolgere in una discussione
propositiva qualche nome "di peso" come
appunto Montini e Lococciolo, essendo
molto interessato alle opinioni di
nuotatori così esperti.
Un ultimo appunto al signor Vittoriali,
che saluto. Quel "tal" - che certamente
aveva l'intento di infastidirmi, invano
però - forse non è tanto appropriato:
proprio dei compagni di squadra di
Alberto a Goteborg 2010 e proprio
Raffaele in persona tra Trieste ed
Eindhoven 2013 mi avevano invitato a
gareggiare per i loro colori. Forse non
ero tanto "tal" dai...
Buon nuoto a tutti
Dino |
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