Sono ormai molti anni che gareggia ad
alti livelli con dei tempi invidiabili
nelle sue specialità. Estremamente
competitivo, vuole sempre mettere la
mano davanti a tutti, ma allo stesso
tempo gli piace passare le giornate di
gare con amici e compagni di squadra,
dimostrando così di saper apprezzare
anche l’altro lato del nuoto master. Le
sue gare preferite sono una combinazione
di velocità, reattività, lucidità
mentale e ovviamente spettacolo per chi
le guarda da fuori.
Come si è avvicinato al nuoto?
«Ho iniziato all’età di sei anni. In
realtà il mio primo sport è stato il
tennis, ma al momento della visita
medica di idoneità mi è stata
riscontrata una scoliosi, per cui su
consiglio del medico ho iniziato a
nuotare. Dopo alcune lezioni sono
passato al pre-agonismo da esordiente C,
successivamente ho iniziato con
l’agonismo vero e proprio. La mia prima
squadra è stata il Nuoto Club Ponte San
Pietro, poi diventata Nuotatori Orobici,
con la quale ho continuato fino all’età
di vent’anni». Come ha scoperto le gare
master? «Dopo cinque/sei anni di pausa
dal nuoto ho scoperto il mondo master
grazie ad amici. Ho ricominciato a
gareggiare continuando per quasi vent’anni
fino ad oggi».
Sono ormai molti anni che disputa le
gare master. Come ha visto evolversi
questo "mondo"?
«Quando ho iniziato con le gare master
era un ambiente sicuramente diverso,
soprattutto dal punto di vista dei
risultati. In questi ultimi tempi hanno
ricominciato molti miei amici
dell’agonismo e in generale il livello
cronometrico si è alzato moltissimo. Per
fare un esempio, qualche anno fa nel
Trofeo di Desenzano vincevo i 100 stile
in 54”5, gli ultimi anni ho fatto
segnare 52” senza neanche arrivare tra i
primi. Quindi c’è stata una grande
evoluzione sia a livello numerico di
partecipanti che a livello
prefazionale».
In questa stagione che sta per
cominciare diventerà M45.
Quali sono i suoi principali obiettivi?
«A settembre ci saranno gli Europei in
Olanda, ma per me è molto difficile
preparare una gara allenandomi per tutto
il mese di agosto. Quindi ho deciso di
saltarli e chiuderò la stagione con i
Campionati Italiani a fne giugno.
Essendo al primo anno di categoria punto
al record mondiale dei 50 stile, sia in
corta che in lunga. Invece il record dei
100 è più proibitivo, ma tanto vale
provarci...».
E’ soddisfatto dei risultati dei
Mondiali?
«Sono più che soddisfatto, anche se dal
punto di vista cronometrico mi sarei
aspettato qualcosa di meglio. E’
comunque arrivata una bellissima
doppietta nei 50 e 100 stile, cosa che
in un Mondiale non mi era mai riuscita.
Del resto, nei grandi eventi le medaglie
sono preziosissime».
Nelle sue gare quanto contano le energie
mentali e il saper gestire la pressione?
«Contano tantissimo: in una gara veloce
basta sbagliare un dettaglio per
comprometterla. Un tuffo sbagliato, una
virata imperfetta sono tutti centesimi
persi. Ai Mondiali ho vinto i 50 per 3
centesimi e i 100 per 14, a sottolineare
l’importanza di ogni singolo dettaglio
in gara. Per quanto riguarda la
pressione, nonostante i tanti anni di
agonismo e di nuoto master, quando
arriva il momento di una gara importante
la soffro sempre. Cerco comunque di
sopportarla, sicuramente a tante
aspettative corrisponde altrettanta
pressione. Ai Mondiali ho vissuto tre
giorni, nei quali erano concentrate le
mie gare, molto intensi: ero teso come
una corda di violino».
Nelle manifestazioni master si
incontrano sempre più spesso degli
atleti giovani molto forti, ad esempio
degli Under 25 che hanno chiuso da poco
con l'agonismo. Quando li ritrova al suo
fianco in batteria, cerca un confronto
con loro o pensa solo alla sua gara? «Il
confronto con loro va benissimo, visto
che mi danno molti stimoli.
Personalmente odio perdere con avversari
sia giovani che meno giovani, ma c’è da
dire che la competizione inizia solo una
volta saliti sul blocco. Avversari in
gara, ma amici fuori. Parlando in
generale, secondo me ognuno dovrebbe
essere libero di fare ciò che vuole: ad
esempio non sono mai stato d’accordo con
la vecchia regola dell’anno di stop
forzato per gli ex-agonisti che volevano
fare i master. Anzi, i master,
soprattutto i più giovani, potrebbero
disputare le gare degli agonisti, se
hanno dei tempi adeguati. Se per ipotesi
un atleta master ha il tempo limite per
partecipare agli Italiani Assoluti,
perché non dovrebbe farlo? Tornando alla
domanda, ben vengano i giovani, è bello
dirgli di essere stati battuti da un
“nonnetto” di 40 e passa anni...».
Quanto tempo dedica ad alcuni elementi
fondamentali come le partenze, le virate
o gli arrivi?
«A questi dettagli, che possono valere
dei centesimi fondamentali in gara,
dedico molta attenzione. La mia
settimana ideale consisterebbe in cinque
allenamenti, divisi equamente tra quelli
a secco, palestra e stretching, e quelli
in acqua. Purtroppo a causa degli
impegni di lavoro non riesco quasi mai a
fare cinque sedute, molto spesso arrivo
a quattro allenamenti».
Quanto influisce la palestra nella
preparazione delle sue gare? «La
palestra, soprattutto per i 50 stile, è
fondamentale. Ogni seduta dura
all’incirca un’ora e mezza. All’inizio
di stagione c’è un lavoro di poco carico
ma con serie molto lunghe, quasi una
“resistenza allo sforzo”. Dopo il primo
mese, si fanno lavori sempre più di
qualità, di forza esplosiva: in pratica
esercizi specifici per i 50 stile
libero. Invece per i 100 ha una notevole
importanza anche l’allenamento in acqua.
Per quanto mi riguarda, il lavoro
principale è impostato sui 50, i 100
sono una cosa in più. Infatti nelle mie
gare passo sempre veloce e riesco a
reggere fino agli 80 metri, dopodichè ci
si appella a tutto pur di finire nel
modo migliore possibile». Oltre alla
velocità nello stile libero ci sono
altre distanze che le interessano?
«Mi divertono molto i 50 delfino e i 50
rana: non li preparo in allenamento, ma
mi riescono bene grazie alla velocità di
base che ho sviluppato nello stile
libero. Quando non ho voglia di fare le
solite gare, provo queste per cambiare
un po’ e per lanciare delle sfide
divertenti ad amici/avversari». |